Archiviazione nel cloud
L'inquinamento causato dai data center deriva principalmente dal loro continuo bisogno di elettricità, in quanto funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Elaborando il costante flusso di dati, i data center generano anche colossali flussi di calore che devono essere abbattuti per evitare il malfunzionamento delle apparecchiature. I centri dati richiedono quindi sistemi di raffreddamento massicci (ad aria condizionata o ad acqua), che sono ulteriori fonti di impatto ambientale negativo da considerare quando si affronta la questione dell'archiviazione dei dati.
Le grandi aziende produttrici di dati, come Amazon, Google o Facebook, hanno già pubblicizzato i loro moderni data center che dovrebbero aiutarle a raggiungere i loro obiettivi di neutralità rispetto alle emissioni di carbonio. Sebbene queste infrastrutture riducano effettivamente l'impatto sull'ambiente, Monserrate (2022) sottolinea che il problema più grande è rappresentato dai data center su scala ridotta, che sono numerosi e spesso situati in infrastrutture vecchie, non ottimizzate per il raffreddamento e per le esigenze di capacità di archiviazione dei dati.
L'impatto attuale e la crescita esponenziale stimata del cloud storage sono una sfida che deve essere affrontata attraverso una risposta a più livelli. Esiste un'ampia gamma di semplici misure che possono essere implementate per ridurre in modo efficiente l'inquinamento da archiviazione dei dati e spetta sia ai professionisti che alle organizzazioni implementarle efficacemente nella pratica quotidiana. Vale la pena ricordare che la riduzione dell'archiviazione dei dati individuali e organizzativi all'interno di un'intera organizzazione ridurrà notevolmente i costi economici e contribuirà in modo significativo alla transizione digitale verde.